La storia
Il Cippo commemora il luogo dove vennero fucilati, il 22 aprile 1945, tra Medolla e Cavezzo, i 7 partigiani Ivo Vanelli, Walter Casari, Bruno Bencivenni, Luigi Catalucci, Mario Risi, Ernesto Bettini, Adelio Cacciari.
I 7 partigiani erano parte di un gruppo di 9 prigionieri che vennero catturati, in seguito a delazione, tra il 16 e il 19 di Aprile 1945 dalla Brigata Nera di stanza in San Giovanni in Persiceto (Bologna) e che vennero portati dalle truppe tedesche come ostaggi durante la fuga dal Bolognese negli ultimi giorni di guerra. La ritirata porterà i prigionieri ad essere sottoposti ad una lunga marcia che durerà una giornata intera senza acqua e senza cibo, da San Giovanni in Persiceto fino a Cavezzo. Giunti a Cavezzo poco dopo la mezzanotte del 22 aprile, rimarranno prigionieri delle forze nazifasciste in una casa offerta da un fascista locale, per una sosta in attesa del mattino. Ripresa la ritirata, la marcia si interromperà nuovamente alle 11:30 quando, tra Cavezzo e Medolla, il reparto nazifascista deciderà di eliminare i prigionieri. Il primo a cadere, separato dagli altri, sarà un fascista (di cui non si sa il nome) fatto prigioniero in quanto sospetto disertore a Castelfranco Emilia. Sentito lo sparo, Adelio Cacciari, scattato all'improvviso in cerca di salvezza verrà bersagliato da un colpo di mitragliatrice. Vista la situazione, la il reparto deciderà di disporre i restanti sulla strada, facendogli credere di essere liberi di fuggire nei campi, e diventando in realtà bersaglio di un sadico gioco di tiro da parte delle truppe nazifasciste. Saranno tutti colpiti alla schiena, tranne Amleto "Charlie" Azzani che riuscirà a sopravvivere correndo lungo un filare di alberi, che lo proteggeranno dai colpi e gli consentiranno di disperdersi e far perdere le proprie tracce ai nazifascisti.
La testimonianza dell'evento sarà garantita dal partigiano "Charlie" che, ricongiuntosi con il CLN locale, riusicrà a offrire sepoltura ai compagni caduti e a ricollegarsi con le proprie unità verso San Giovanni in Persiceto, per offrire testimonianza dell'accaduto ai parenti delle vittime
L'evento, nonostante a livello "amministrativo" si collochi sotto Medolla, è sempre stato sentito, per ragioni di vicinanza, soprattutto dalla comunità di Cavezzo, al punto che ancora oggi è ricordato col nome di "Eccidio di Cavezzo".
L'evento, da sempre un po' nebuloso, per via della distanza dalle terre di origine dei protagonisti, è ricordato anche secondo un'altra versione, che differirebbe nelle modalità di cattura degli 8 prigionieri. I partigiani, secondo questa versione sarebbero stati catturati da un reparto di Alpini Repubblichini in azione di rastrellamento. Solo dopo numerose torture questi sarebbero stati consegnati alla Brigata Nera, subendo ulteriori angherie e sopprusi, venendo trasferiti solo il 21 aprile ad un reparto tedesco che si macchierà dell'eccidio.
Iscrizioni:
13 – 5 – 908 VANELLI IVO 22 – 4 – 945.
2 – 9 – 922 CASARI WALTER 22 – 4 – 945.
13 – 4 – 921 RISI MARIO 22 – 4 – 945.
30 – 11 – 920 BENCIVENNI BRUNO 22 – 4 – 945.
21 – 9 – 925 BETTINI ERNESTO 22 – 4 – 945.
6 – 5 – 916 CATALUCCI LUIGI 22 - 4 – 945.
18 – 10 – 917 CACCIARI ADELIO 22 – 4 – 945.