Nato a S. Prospero, il 17 marzo 1918, fu partigiano della brigata "Tabacchi", con nome di battaglia "Michele". Combattente amato e stimato dai compagni di lotta, fu capo del 5° Gap della zona. Nel corso del combattimento di Rovereto sul Secchia del 17 marzo 1945 (ricordato come il giorno più lungo della guerriglia partigiana nella bassa), mentre si spostava tra un gruppo e l'altro in località Ponte Ceccona, veniva colpito da una raffica di mitragliatrice. Pur ferito gravemente, nel timore di cadere vivo in mano al nemico, preferì suicidarsi con un colpo di rivoltella alla tempia. E' rievocato come "uno dei più valorosi capi partigiani" e per le proprie gesta meritò l'attribuzione di una Medaglia d'Argento al Valore Militare alla memoria. Dopo aver compiuto infatti numerose azioni con determinazione e perizia di comando, dimostrava raro coraggio e altruismo, sacrificandosi per salvare il proprio reparto. Attirando su di sé l'attenzione dell'avversario, si trincerò in un fossato da cui ferì a morte alcuni tedeschi. A sua volta gravemente ferito ed esaurite le munizioni, poneva fine alla propria gloriosa vita con una pallottola alla tempia destra.