Antonio Manzi

Milano
28/10/1913
Cibeno di Carpi
12/07/1944
Professione: Dottore commercialista 
Ruolo: Partigiano
Status: Caduto
Nome di Battaglia: "Vercesio"
Grado: [Comandante]
Brigata: [Giustizia e Libertà "Gabriele Camozzi"]
Divisione: Orobica]]
Decorazioni: Medaglia di Bronzo al Valor Militare

La storia

Residente a Milano in via Vincenzo Monti 34, celibe, fu prima allievo del Collegio San Carlo, poi dell’Istituto Carlo Cattaneo, dove conseguì il diploma di ragioniere. Si iscrisse quindi all’Università Bocconi, presso la quale si laureò in Scienze economiche e commerciali. Giovane di profonda fede, animato da viva passione per la montagna, frequentò la Casa Pio X di Biandino, istituzione dell’Associazione Giovani Studenti San Stanislao, nata per favorire l’alpinismo come mezzo di elevazione morale, e fu attivo confratello della Conferenza di San Vincenzo. Tenente degli Alpini, dopo 1’8 settembre tentò di raggiungere il Sud per unirsi ai corpi militari italiani che combattevano a fianco degli alleati. Non gli riuscì, perciò tornò a Milano, dove fece parte del movimento clandestino, quindi si unì ai partigiani della Bergamasca, diventando comandante dei gruppi della Val Brembana. Il suo nome di battaglia era Vercesio. Dopo l’arresto dei componenti del Comitato di Bergamo gli fu consigliato di espatriare in Svizzera, ma si rifiutò, anzi cominciò a ritessere 1’organizzazione partigiana, che aveva subito un duro colpo a causa dei continui rastrellamenti. Intanto preparava un piano per liberare dal carcere i compagni, ma il 22 febbraio, alla vigilia del colpo, tradito da una spia, fu arrestato e tradotto alla Federazione fascista di Bergamo e qui trattenuto e interrogato per dieci giorni. Pur sottoposto a terribili torture (fu percosso bestialmente ed ebbe una mano fracassata), non svelò quali fossero stati i suoi spostamenti dopo l’8 settembre. né quali fossero gli esponenti della Resistenza con cui era stato in contatto. Il 5 marzo fu portato nel carcere di Sant’Agata in cella d’isolamento. Gli furono date carta e penna nella speranza che scrivesse quello che non erano riusciti a estorcergli con la tortura, ma anche tale tentativo fu vano. Il 20 aprile fu trasferito a Milano nel carcere di San Vittore, matricola 1954, raggio III, cella 13, quindi a Fossoli il 27 aprile, matricola del campo 227. Venne fucilato al poligono di tiro di Cibeno di Carpi il 12 luglio 1944 insieme agli altri detenuti prelevati dal campo di Fossoli, in rappresaglia per un'azione partigiana avvenuta a Genova. È sepolto nel Cimitero Maggiore Musocco di Milano, Campo 64 detto “della Gloria”, lapide 190. E' stato decorato di Medaglia d'oro del Comune di Milano, di Medaglia d’Oro del Comune di Bergamo e di Medaglia di Bronzo al Valor Militare, con la seguente motivazione: "Ex ufficiale degli alpini, entrato volontariamente nelle file partigiane, si distingueva per capacità organizzativa, audacia, sprezzo per il pericolo. Catturato nel corso di un’azione mirante a liberare alcuni commilitoni, resisteva stoicamente alle lusinghe e alle minacce del nemico. Dopo aver sopportato crudeli sevizie, in un campo di concentramento affrontava fieramente la fucilazione con altri commilitoni. – Carpi (Modena), 12 luglio 1944."
Residente a Milano in via Vincenzo Monti 34, celibe, fu prima allievo del Collegio San Carlo, poi dell’Istituto Carlo Cattaneo, dove conseguì il diploma di ragioniere. Si iscrisse quindi all’Università Bocconi, presso la quale si laureò in Scienze economiche e commerciali. Giovane di profonda fede, animato da viva passione per la montagna, frequentò la Casa Pio X di Biandino, istituzione dell’Associazione Giovani Studenti San Stanislao, nata per favorire l’alpinismo come mezzo di elevazione morale, e fu attivo confratello della Conferenza di San Vincenzo. Tenente degli Alpini, dopo 1’8 settembre tentò di raggiungere il Sud per unirsi ai corpi militari italiani che combattevano a fianco degli alleati. Non gli riuscì, perciò tornò a Milano, dove fece parte del movimento clandestino, quindi si unì ai partigiani della Bergamasca, diventando comandante dei gruppi della Val Brembana. Il suo nome di battaglia era Vercesio. Dopo l’arresto dei componenti del Comitato di Bergamo gli fu consigliato di espatriare in Svizzera, ma si rifiutò, anzi cominciò a ritessere 1’organizzazione partigiana, che aveva subito un duro colpo a causa dei continui rastrellamenti. Intanto preparava un piano per liberare dal carcere i compagni, ma il 22 febbraio, alla vigilia del colpo, tradito da una spia, fu arrestato e tradotto alla Federazione fascista di Bergamo e qui trattenuto e interrogato per dieci giorni. Pur sottoposto a terribili torture (fu percosso bestialmente ed ebbe una mano fracassata), non svelò quali fossero stati i suoi spostamenti dopo l’8 settembre. né quali fossero gli esponenti della Resistenza con cui era stato in contatto. Il 5 marzo fu portato nel carcere di Sant’Agata in cella d’isolamento. Gli furono date carta e penna nella speranza che scrivesse quello che non erano riusciti a estorcergli con la tortura, ma anche tale tentativo fu vano. Il 20 aprile fu trasferito a Milano nel carcere di San Vittore, matricola 1954, raggio III, cella 13, quindi a Fossoli il 27 aprile, matricola del campo 227. Venne fucilato al poligono di tiro di Cibeno di Carpi il 12 luglio 1944 insieme agli altri detenuti prelevati dal campo di Fossoli, in rappresaglia per un'azione partigiana avvenuta a Genova. È sepolto nel Cimitero Maggiore Musocco di Milano, Campo 64 detto “della Gloria”, lapide 190. E' stato decorato di Medaglia d'oro del Comune di Milano, di Medaglia d’Oro del Comune di Bergamo e di Medaglia di Bronzo al Valor Militare, con la seguente motivazione: "Ex ufficiale degli alpini, entrato volontariamente nelle file partigiane, si distingueva per capacità organizzativa, audacia, sprezzo per il pericolo. Catturato nel corso di un’azione mirante a liberare alcuni commilitoni, resisteva stoicamente alle lusinghe e alle minacce del nemico. Dopo aver sopportato crudeli sevizie, in un campo di concentramento affrontava fieramente la fucilazione con altri commilitoni. – Carpi (Modena), 12 luglio 1944."
Vaccari, Ilva. "Dalla parte della libertà: I Caduti modenesi nel periodo della Resistenza entro e fuori i confini della provincia. Forestieri e stranieri caduti in territorio modenese". Modena: Coop Estense, 1999, p. 303.
Casoli, Cinzio. “I crimini nazifascisti a Carpi”. Carpi, 1945.
Baccino, Renzo. “Fossoli”. Modena: Cooperativa tipografi, 1961.
Vaccari, Ilva. “La strage di Fossoli”, in “Rassegna Annuale Istituto Storico della Resistenza di Modena” n. 1/1960.
Pellicciari, S. “Cronistoria del Gruppo Brg. “Aristide”, inedito, archivio ISRM, R.I. 20.
“Rassegna annuale” dell’ISRM, n. 3/1962, p. 9.
Pacor, Mario; Casali, Luciano. "Lotte sociali e guerriglia in pianura: la Resistenza a Carpi, Soliera, Novi, Campogalliano". Roma: Editori Riuniti, 1972, pp. 171, 367.
Comune di Carpi; Arbizzani, Luigi. "Carpi per la libertà 1943-1945". Carpi: Comitato comunale per le celebrazioni del trentennale della Resistenza, 1976.
“Enciclopedia dell’Antifascismo e della Resistenza”, vol. II, Milano, 1971, p. 412, voce “Fossoli”.
Vaccari, Ilva. “La ricerca sui caduti nel periodo della Resistenza modenese”. Estr. da: Rassegna di storia dell'Istituto storico della Resistenza in Modena e Provincia, N.S., a. 2. (1982), p. 236.
Associazione Nazionale Combattenti e Reduci: Sezione di Modena; Ferrari, Tullio; Capitani, Daniela (a cura di). “Memorie per la storia e per la pace”. Carpi: Associazione nazionale combattenti e reduci: Sezione di Modena, 1983, vol. II, p. 119.
Comuni di Carpi, Soliera, Novi e Campogalliano, Comitato per la Resistenza, la Repubblica e la Costituzione (a cura di). “La pianura dei ribelli: fatti e documenti della lotta partigiana: Carpi, Soliera, Novi e Campogalliano”. Carpi: Centro stampa del Comune, 1980, p. 137.
Fergnani, Enea. "Un uomo e tre numeri". Milano: Speroni Editore, 1945.
Vajana, Alfonso. "Bergamo nel ventennio e nella Resistenza". Bergamo: Edizioni Orobiche, 1957.
Documento PDF a cura del Centro Studi Fossoli riguardante la figura di Antonio Manzi.
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Pagina web dell'ANPI nazionale che ricorda Antonio Manzi.
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Pagina web del portale Biografie Resistenti dell’Isacem-Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI, dedicata alla memoria della figura di Antonio Manzi.
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Versione digitale di "Antonio Manzi: Partigiano cattolico assassinato a Fossoli", biografia di Antonio Manzi scritta dalla cugina Jole Marmiroli, pubblicata online sul sito dell'Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti, fra la serie dei Quaderni della Fondazione della Memoria della Deportazione.
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Documento PDF a cura dell'Atlante delle stragi nazifasciste riguardante l'episodio dell’eccidio di Cibeno.
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Vaccari, Ilva. "Dalla parte della libertà: I Caduti modenesi nel periodo della Resistenza entro e fuori i confini della provincia. Forestieri e stranieri caduti in territorio modenese". Modena: Coop Estense, 1999, p. 303.
Casoli, Cinzio. “I crimini nazifascisti a Carpi”. Carpi, 1945.
Baccino, Renzo. “Fossoli”. Modena: Cooperativa tipografi, 1961.
Vaccari, Ilva. “La strage di Fossoli”, in “Rassegna Annuale Istituto Storico della Resistenza di Modena” n. 1/1960.
Pellicciari, S. “Cronistoria del Gruppo Brg. “Aristide”, inedito, archivio ISRM, R.I. 20.
“Rassegna annuale” dell’ISRM, n. 3/1962, p. 9.
Pacor, Mario; Casali, Luciano. "Lotte sociali e guerriglia in pianura: la Resistenza a Carpi, Soliera, Novi, Campogalliano". Roma: Editori Riuniti, 1972, pp. 171, 367.
Comune di Carpi; Arbizzani, Luigi. "Carpi per la libertà 1943-1945". Carpi: Comitato comunale per le celebrazioni del trentennale della Resistenza, 1976.
“Enciclopedia dell’Antifascismo e della Resistenza”, vol. II, Milano, 1971, p. 412, voce “Fossoli”.
Associazione Nazionale Combattenti e Reduci: Sezione di Modena; Ferrari, Tullio; Capitani, Daniela (a cura di). “Memorie per la storia e per la pace”. Carpi: Associazione nazionale combattenti e reduci: Sezione di Modena, 1983, vol. II, p. 119.
Comuni di Carpi, Soliera, Novi e Campogalliano, Comitato per la Resistenza, la Repubblica e la Costituzione (a cura di). “La pianura dei ribelli: fatti e documenti della lotta partigiana: Carpi, Soliera, Novi e Campogalliano”. Carpi: Centro stampa del Comune, 1980, p. 137.
Fergnani, Enea. "Un uomo e tre numeri". Milano: Speroni Editore, 1945.
Vajana, Alfonso. "Bergamo nel ventennio e nella Resistenza". Bergamo: Edizioni Orobiche, 1957.
Documento PDF a cura del Centro Studi Fossoli riguardante la figura di Antonio Manzi.
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Pagina web dell'ANPI nazionale che ricorda Antonio Manzi.
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Pagina web del portale Biografie Resistenti dell’Isacem-Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI, dedicata alla memoria della figura di Antonio Manzi.
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Versione digitale di "Antonio Manzi: Partigiano cattolico assassinato a Fossoli", biografia di Antonio Manzi scritta dalla cugina Jole Marmiroli, pubblicata online sul sito dell'Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti, fra la serie dei Quaderni della Fondazione della Memoria della Deportazione.
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Documento PDF a cura dell'Atlante delle stragi nazifasciste riguardante l'episodio dell’eccidio di Cibeno.
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