Residente a Maranello, svolgeva la professione di falegname dopo che era stato costretto ad abbandonare gli studi presso il Collegio San Filippo Neri a causa della povertà della famiglia. Dopo l’8 settembre rispose al bando Graziani e venne arruolato tra le forze della RSI come Bersagliere. Poco dopo riuscì a fuggire. Unitosi alla Spedizione “Bandiera”, nel marzo 1944 partecipò allo sfortunato scontro di Pieve di Trebbio, riuscendo fortunatamente a salvarsi e a unirsi a un’altra formazione partigiana, quella guidata da Marcello Catellani (“Marcello”). All’interno di tale formazione Prandini raggiunse il grado di capitano ed ebbe il comando di un gruppo di uomini. Le fonti divergono su quale sia stato l’ultimo combattimento a cui abbia partecipato: secondo Ilva Vaccari si sarebbe trattato di un combattimento a San Martino di Polinago, mentre per ANED si sarebbe trattato del combattimento a Pompeano del 10 maggio 1944. In ogni caso le due versioni concordano nuovamente sul fatto che venne catturato e incarcerato a Pavullo. Il 30 maggio venne trasferito a Bologna, nelle carceri di San Giovanni in Monte, nelle mani della Polizia militare segreta tedesca. Il 26 giugno, a seguito di un sabotaggio a Carpi contro la linea ferroviaria, venne prelevato dal carcere assieme ad altri tre partigiani modenesi (Giancarlo Campioli, Carlo Ferrari, Aldo Giberti). I tre vennero condotti al poligono di tiro di Bologna, dove vennero fucilati per rappresaglia.
Residente a Maranello, svolgeva la professione di falegname dopo che era stato costretto ad abbandonare gli studi presso il Collegio San Filippo Neri a causa della povertà della famiglia. Dopo l’8 settembre rispose al bando Graziani e venne arruolato tra le forze della RSI come Bersagliere. Poco dopo riuscì a fuggire. Unitosi alla Spedizione “Bandiera”, nel marzo 1944 partecipò allo sfortunato scontro di Pieve di Trebbio, riuscendo fortunatamente a salvarsi e a unirsi a un’altra formazione partigiana, quella guidata da Marcello Catellani (“Marcello”). All’interno di tale formazione Prandini raggiunse il grado di capitano ed ebbe il comando di un gruppo di uomini. Le fonti divergono su quale sia stato l’ultimo combattimento a cui abbia partecipato: secondo Ilva Vaccari si sarebbe trattato di un combattimento a San Martino di Polinago, mentre per ANED si sarebbe trattato del combattimento a Pompeano del 10 maggio 1944. In ogni caso le due versioni concordano nuovamente sul fatto che venne catturato e incarcerato a Pavullo. Il 30 maggio venne trasferito a Bologna, nelle carceri di San Giovanni in Monte, nelle mani della Polizia militare segreta tedesca. Il 26 giugno, a seguito di un sabotaggio a Carpi contro la linea ferroviaria, venne prelevato dal carcere assieme ad altri tre partigiani modenesi (Giancarlo Campioli, Carlo Ferrari, Aldo Giberti). I tre vennero condotti al poligono di tiro di Bologna, dove vennero fucilati per rappresaglia.
Ilva Vaccari, Dalla parte della Libertà, p. 403
Racconti partigiani, storie della Resistenza a Maranello, p. 77
M. Gavioli, G. Barbieri, Lapidi, cippi, monumenti partigiani a Sassuolo, Montefiorino, Palagano, Fiorano, Formigine, Frassinoro, Maranello, Prignano, p.136