Ermes Saltini

Cavezzo
04/11/1922
Cavezzo
27/01/1945
Professione: Bracciante 
Ruolo: Partigiano
Status: Caduto
Nome di Battaglia: "Damasco"
Grado: [Nessuno]
Brigata: [Gruppi partigiani della 2^ Zona (Futura 14^ Brigata d'Assalto "Remo")]
Decorazioni: Medaglia D'Argento Al Valor Militare

La storia

Residente a Cavezzo, dove lavorava come bracciante, Ermes Saltini sarà fervente antifascista impegnato nella lotta di Liberazione. Giovane Comunista, aderirà alle schiere partigiane (guidando il "gruppo del Barlede" (Barlede: località di Cavezzo)) col nome di battaglia "Damasco" già a partire dal 12 giugno 1944, militando nei gruppi partigiani della 2^ Zona (Futura 14^ Brigata d'Assalto "Remo")", dove sarà anche tra gli incaricati a capo dei servizi di collegamento per la zona di Cavezzo. Cadrà nella notte tra il 26 e il 27 gennaio 1945 nel mezzo di un'operazione di grande importanza che non andrà a buon fine. Assieme a due giovani "ex-piccoli apostoli", Ezio Sommacal e Erio Pavan,deciderà di guidare l'operazione di irruzione notturna nel municipio di Cavezzo con il compito di distruggere le carte annonarie depositate nell’Ufficio Accertamenti Agricoli ed anche altri documenti tra cui quelli dell'Ufficio di leva. Durante la marcia di avvicinamento, verranno identificati da un maresciallo tedesco che riuscirà a dare l'allarme, scatenando un duro scontro fra i combattenti di liberazione e le forze di occupazione nazifascista. Nel violento scontro per le vie del paese, Saltini verrà colpito riportando ferite che saranno fatali. I 3 verranno poi catturati e interrogati. Dopo lungo interrogatorio, resistendo alle torture nazifasciste con tenacia, i tre partigiani saranno impicati sulla piazza del paese, per volontà delle autorità nazifascise, che esporranno i corpi alla popolazione locale. Anche il corpo di Ermes Saltini, morto nella notte, verrà impiccato in spregio ai valori della Resistenza e alla cittadinanza tutta. Dopo quell'episodio fu fatto divieto a tutti gli uomini di indossare il tabarro, dal momento che sotto quell'indumento i tre ragazzi avevano nascosto le armi. Per il valore dimostrato, e poichè importante punto di riferimento per i resistenti locali, il nome di Ermes Saltini vivrà per sempre nel nome del Battaglione "Damasco" operante nel territorio di Cavezzo, formato al momento della riorganizzazione che lo vedrà parte della neonata 14^ Brigata d'Assalto "Remo". Ad Ermes Saltini sarà infine assegnata, nel 1962, la Medaglia d'Argento al Valore Militare alla Memoria con la seguente motivazione: “caduto prigioniero nel corso di un furioso combattimento, benchè minacciato di morte non faceva rivelazione che potesse compromettere la Resistenza. Condannato alla pena capitale veniva impiccato. Cavezzo 26 gennaio 1945”.
Residente a Cavezzo, dove lavorava come bracciante, Ermes Saltini sarà fervente antifascista impegnato nella lotta di Liberazione. Giovane Comunista, aderirà alle schiere partigiane (guidando il "gruppo del Barlede" (Barlede: località di Cavezzo)) col nome di battaglia "Damasco" già a partire dal 12 giugno 1944, militando nei gruppi partigiani della 2^ Zona (Futura 14^ Brigata d'Assalto "Remo")", dove sarà anche tra gli incaricati a capo dei servizi di collegamento per la zona di Cavezzo. Cadrà nella notte tra il 26 e il 27 gennaio 1945 nel mezzo di un'operazione di grande importanza che non andrà a buon fine. Assieme a due giovani "ex-piccoli apostoli", Ezio Sommacal e Erio Pavan,deciderà di guidare l'operazione di irruzione notturna nel municipio di Cavezzo con il compito di distruggere le carte annonarie depositate nell’Ufficio Accertamenti Agricoli ed anche altri documenti tra cui quelli dell'Ufficio di leva. Durante la marcia di avvicinamento, verranno identificati da un maresciallo tedesco che riuscirà a dare l'allarme, scatenando un duro scontro fra i combattenti di liberazione e le forze di occupazione nazifascista. Nel violento scontro per le vie del paese, Saltini verrà colpito riportando ferite che saranno fatali. I 3 verranno poi catturati e interrogati. Dopo lungo interrogatorio, resistendo alle torture nazifasciste con tenacia, i tre partigiani saranno impicati sulla piazza del paese, per volontà delle autorità nazifascise, che esporranno i corpi alla popolazione locale. Anche il corpo di Ermes Saltini, morto nella notte, verrà impiccato in spregio ai valori della Resistenza e alla cittadinanza tutta. Dopo quell'episodio fu fatto divieto a tutti gli uomini di indossare il tabarro, dal momento che sotto quell'indumento i tre ragazzi avevano nascosto le armi. Per il valore dimostrato, e poichè importante punto di riferimento per i resistenti locali, il nome di Ermes Saltini vivrà per sempre nel nome del Battaglione "Damasco" operante nel territorio di Cavezzo, formato al momento della riorganizzazione che lo vedrà parte della neonata 14^ Brigata d'Assalto "Remo". Ad Ermes Saltini sarà infine assegnata, nel 1962, la Medaglia d'Argento al Valore Militare alla Memoria con la seguente motivazione: “caduto prigioniero nel corso di un furioso combattimento, benchè minacciato di morte non faceva rivelazione che potesse compromettere la Resistenza. Condannato alla pena capitale veniva impiccato. Cavezzo 26 gennaio 1945”.
Canova, Franco; Gelmini, Oreste; Mattioli, Amilcare. “Lotta di liberazione nella bassa modenese”. Modena: ANPI di Modena, 1975. pp. 271, 363, 366, 373.
Vaccari, Ilva. "Dalla parte della libertà: I Caduti modenesi nel periodo della Resistenza entro e fuori i confini della provincia. Forestieri e stranieri caduti in territorio modenese". Modena: Coop Estense, 1999. pp 442.
Comune di Cavezzo. Per una Storia di Cavezzo. Cavezzo: Fondazione G. Malavasi, 2002.
Istituto del Nastro azzurro: Federazione provinciale di Modena (a cura di). “Libro d'oro dei decorati al valor militare nati nella provincia di Modena e di quelli nati in altre province iscritti alla federazione provinciale di Modena dell'Istituto del Nastro azzurro”. Modena: Poligrafico Artioli, 1968.
Istituto del Nastro azzurro : Federazione provinciale di Modena (a cura di). “Libro d'oro della Provincia di Modena: insigniti di ordine militare, medaglia d'oro al valor militare”. Modena: Panini, 1995. p.52
Comune di Mirandola. “Ventennale della Resistenza: memorie della Resistenza mirandolese”. Mirandola: Tipografia Bozzoli, 1965. pp. 17.
Vaccari, Ilva. "Il tempo di decidere: documenti e testimonianze sui rapporti tra il clero e la Resistenza”. Modena: CIRSEC, 1968. p.380.
Barbieri, Alberto. “Modenesi da ricordare”. Modena: Mucchi Editore, 1966. p.115.
Barbieri, Alberto. “Repertorio bio-bibliografico dei modenesi illustri”, in “Modena: vicende e protagonisti”. Bologna: Edizioni Edison, 1971, vol. III, p. 346.
Vaccari, Ilva. “La ricerca sui caduti nel periodo della Resistenza modenese”. Estr. da: “Rassegna di storia dell'Istituto storico della Resistenza in Modena e Provincia”, N.S., a. 2. (1982). p.237.
Centro culturale Francesco Luigi Ferrari; Associazione Liberi Partigiani Italiani (ALPI) di Parma (a cura di). “Don Zeno e i piccoli apostoli nella resistenza modenese”. Modena: Centro culturale Francesco Luigi Ferrari; Associazione Liberi Partigiani Italiani (ALPI) di Parma, 1984.
Barbieri, Giorgio; Pedroni, Piero. "Per non dimenticare. Lapidi, cippi, monumenti partigiani nella Bassa Pianura Modenese. Modena: Stampa Grafiche SIgem, 1997. pp. 116, 117, 125.
Pagina web a cura dell’ANPI di Mirandola.
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Pagina web del portale "Pietre della memoria" relativa al cippo dedicato ai partigiani di "Piazza 3 Martiri".
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Pagina web dell'Atlante delle stragi nazifasciste riguardante l'episodio dell'impiccagione dei tre partigiani di Cavezzo.
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Sito web di "Istituto del Nastro Azzurro" dedicato ai decorati al valor militare.
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Elenco nominativo dei partigiani della provincia di Modena, curato dal Dipartimento di Discipline storiche, antropologiche e geografiche dell'Università di Bologna.
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Canova, Franco; Gelmini, Oreste; Mattioli, Amilcare. “Lotta di liberazione nella bassa modenese”. Modena: ANPI di Modena, 1975. pp. 271, 363, 366, 373.
Vaccari, Ilva. "Dalla parte della libertà: I Caduti modenesi nel periodo della Resistenza entro e fuori i confini della provincia. Forestieri e stranieri caduti in territorio modenese". Modena: Coop Estense, 1999. pp 442.
Comune di Cavezzo. Per una Storia di Cavezzo. Cavezzo: Fondazione G. Malavasi, 2002.
Istituto del Nastro azzurro: Federazione provinciale di Modena (a cura di). “Libro d'oro dei decorati al valor militare nati nella provincia di Modena e di quelli nati in altre province iscritti alla federazione provinciale di Modena dell'Istituto del Nastro azzurro”. Modena: Poligrafico Artioli, 1968.
Istituto del Nastro azzurro : Federazione provinciale di Modena (a cura di). “Libro d'oro della Provincia di Modena: insigniti di ordine militare, medaglia d'oro al valor militare”. Modena: Panini, 1995. p.52
Comune di Mirandola. “Ventennale della Resistenza: memorie della Resistenza mirandolese”. Mirandola: Tipografia Bozzoli, 1965. pp. 17.
Vaccari, Ilva. "Il tempo di decidere: documenti e testimonianze sui rapporti tra il clero e la Resistenza”. Modena: CIRSEC, 1968. p.380.
Barbieri, Alberto. “Modenesi da ricordare”. Modena: Mucchi Editore, 1966. p.115.
Barbieri, Alberto. “Repertorio bio-bibliografico dei modenesi illustri”, in “Modena: vicende e protagonisti”. Bologna: Edizioni Edison, 1971, vol. III, p. 346.
Centro culturale Francesco Luigi Ferrari; Associazione Liberi Partigiani Italiani (ALPI) di Parma (a cura di). “Don Zeno e i piccoli apostoli nella resistenza modenese”. Modena: Centro culturale Francesco Luigi Ferrari; Associazione Liberi Partigiani Italiani (ALPI) di Parma, 1984.
Barbieri, Giorgio; Pedroni, Piero. "Per non dimenticare. Lapidi, cippi, monumenti partigiani nella Bassa Pianura Modenese. Modena: Stampa Grafiche SIgem, 1997. pp. 116, 117, 125.
Pagina web a cura dell’ANPI di Mirandola.
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Pagina web del portale "Pietre della memoria" relativa al cippo dedicato ai partigiani di "Piazza 3 Martiri".
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Pagina web dell'Atlante delle stragi nazifasciste riguardante l'episodio dell'impiccagione dei tre partigiani di Cavezzo.
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Sito web di "Istituto del Nastro Azzurro" dedicato ai decorati al valor militare.
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Elenco nominativo dei partigiani della provincia di Modena, curato dal Dipartimento di Discipline storiche, antropologiche e geografiche dell'Università di Bologna.
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