Felicino Raimondi

Cavezzo
20/03/1924
San Giacomo Roncole di Mirandola
27/02/1945
Ruolo: Partigiano
Status: Caduto
Grado: [Nessuno]
Brigata: [Distaccamento GAP "Bruni" della 65a Brigata d'Assalto Garibaldi "Walter Tabacchi" (Futura 14^ Brigata d'Assalto "Remo")]
Decorazioni: Medaglia di Bronzo al Valor Militare

La storia

Nato a Cavezzo e residente in San Giacomo Roncole, Felicino Raimondi sarà membro del Distaccamento GAP "Bruni" della 65a Brigata d'Assalto Garibaldi "Walter Tabacchi" (Futura 14^ Brigata d'Assalto "Remo"). Membro dei Gap operanti a San Giacomo Roncole, aderirà alle schiere partigiane a partire dal 15 agosto 1944, fino al giorno del suo tragico martitrio, avvenuto a San Giacomo Roncole al caseificio Castagnetti, nel tentativo di recuperare alimenti per le famiglie più bisognose. Recatosi nel Caseificio assime a Renzo Fregni, Renzo Dotti e i fratelli Enzo ed Ermete Benatti, per concordare la distribuzione delle provviste e per convincere il proprietario a non cedere la produzione in mano ai tedeschi, i partigiani scoprirono di essere caduti in un'imboscata. L'edificio sarà quindi accerchiato dalle truppe nazifasciste che intimeranno la resa ai patrioti. I partigiani ingaggeranno una strenua e vana resistenza all'interno dell'edificio. Il primo a cadere sarà Renzo Fregni, leader del gruppo, nel tentativo di trovare una via di fuga per i compagni tutti. Vista l'impossibilità di continuare lo scontro e decisi a non consegnarsi vivi alle truppe nemiche, i 4 combattenti decisero di compiere uno stoico martirio ponendo fine alle loro vite. Felicino Raimondi, riunitosi in cerchio con Ermete Benatti e Renzo Dotti, abbracciati, decisero di togliere la sicura e far saltare in mezzo a loro l'ultima bomba a mano che era rimasta, ponendo fine così alle loro vite e lasciando i loro corpi straziati. Nel dopoguerra gli fu concessa una Medaglia di Bronzo al Valor Milirare alla memoria con seguente motivazione: “Attivissimo Partigiano, animato da nobili sentimenti patriottici, scegleva volontariamente la nobile lotta da condursi in zona occupata dal nemico. Mentre si trovava in un cascinale accerchiato con il suo gruppo da preponderanti forze tedesche appoggiate da mezzi blindati, respingeva la intimazione di resa e impegnava furioso combattimento infliggendo numerose perdite al nemico. Dopo ore di lotta, esaurite le munizioni, piuttosto che cadere nelle mani del nemico riservava a sé l'ultima bomba ed unendosi ad altri due compagni la faceva esplodere rimanendo orribilmente straziato. Esempio altissimo di ardimento, di ferrea volontà, di spirito di sacrificio spinto fino al limite estremo. Mirandola, 27 febbraio 1945”. Nel dopoguerra verrà proposta per lui anche la Medaglia d'oro, ma il ministero competente non ha mai dato risposte a tale proposta.
Nato a Cavezzo e residente in San Giacomo Roncole, Felicino Raimondi sarà membro del Distaccamento GAP "Bruni" della 65a Brigata d'Assalto Garibaldi "Walter Tabacchi" (Futura 14^ Brigata d'Assalto "Remo"). Membro dei Gap operanti a San Giacomo Roncole, aderirà alle schiere partigiane a partire dal 15 agosto 1944, fino al giorno del suo tragico martitrio, avvenuto a San Giacomo Roncole al caseificio Castagnetti, nel tentativo di recuperare alimenti per le famiglie più bisognose. Recatosi nel Caseificio assime a Renzo Fregni, Renzo Dotti e i fratelli Enzo ed Ermete Benatti, per concordare la distribuzione delle provviste e per convincere il proprietario a non cedere la produzione in mano ai tedeschi, i partigiani scoprirono di essere caduti in un'imboscata. L'edificio sarà quindi accerchiato dalle truppe nazifasciste che intimeranno la resa ai patrioti. I partigiani ingaggeranno una strenua e vana resistenza all'interno dell'edificio. Il primo a cadere sarà Renzo Fregni, leader del gruppo, nel tentativo di trovare una via di fuga per i compagni tutti. Vista l'impossibilità di continuare lo scontro e decisi a non consegnarsi vivi alle truppe nemiche, i 4 combattenti decisero di compiere uno stoico martirio ponendo fine alle loro vite. Felicino Raimondi, riunitosi in cerchio con Ermete Benatti e Renzo Dotti, abbracciati, decisero di togliere la sicura e far saltare in mezzo a loro l'ultima bomba a mano che era rimasta, ponendo fine così alle loro vite e lasciando i loro corpi straziati. Nel dopoguerra gli fu concessa una Medaglia di Bronzo al Valor Milirare alla memoria con seguente motivazione: “Attivissimo Partigiano, animato da nobili sentimenti patriottici, scegleva volontariamente la nobile lotta da condursi in zona occupata dal nemico. Mentre si trovava in un cascinale accerchiato con il suo gruppo da preponderanti forze tedesche appoggiate da mezzi blindati, respingeva la intimazione di resa e impegnava furioso combattimento infliggendo numerose perdite al nemico. Dopo ore di lotta, esaurite le munizioni, piuttosto che cadere nelle mani del nemico riservava a sé l'ultima bomba ed unendosi ad altri due compagni la faceva esplodere rimanendo orribilmente straziato. Esempio altissimo di ardimento, di ferrea volontà, di spirito di sacrificio spinto fino al limite estremo. Mirandola, 27 febbraio 1945”. Nel dopoguerra verrà proposta per lui anche la Medaglia d'oro, ma il ministero competente non ha mai dato risposte a tale proposta.
Canova, Franco; Gelmini, Oreste; Mattioli, Amilcare. “Lotta di liberazione nella bassa modenese”. Modena: ANPI di Modena, 1975. pp. 290, 291, 363.
Vaccari, Ilva. "Dalla parte della libertà: I Caduti modenesi nel periodo della Resistenza entro e fuori i confini della provincia. Forestieri e stranieri caduti in territorio modenese". Modena: Coop Estense, 1999. p. 408, 409.
Comune di Mirandola. “Ventennale della Resistenza: memorie della Resistenza mirandolese”. Mirandola: Tipografia Bozzoli, 1965.
ANPI di Mirandola. La Liberazione di Mirandola: documenti e precisazioni. Mirandola: Tipolito Golinelli, 1992.
Vaccari, Ilva. "Il tempo di decidere: documenti e testimonianze sui rapporti tra il clero e la Resistenza”. Modena: CIRSEC, 1968.
“Elenco di vittime modenesi nelle rappresaglie nemiche compiute entro e fuori il territorio della provincia dal 1 gennaio 1944 al 23 aprile 1945”, Estr. da: “Rassegna annuale dell’Istituto storico della Resistenza in Modena e provincia”, n. 3, 1962.
Barbieri, Giorgio; Pedroni, Piero. "Per non dimenticare. Lapidi, cippi, monumenti partigiani nella Bassa Pianura Modenese. Modena: Stampa Grafiche SIgem, 1997. pp. 22, 53.
Pagina web a cura dell’ANPI di Mirandola.
Vai link
Pagina web del portale "Pietre della memoria" relativa al cippo dedicato ai caduti del Caseficio Castagnetti.
Vai link
Canova, Franco; Gelmini, Oreste; Mattioli, Amilcare. “Lotta di liberazione nella bassa modenese”. Modena: ANPI di Modena, 1975. pp. 290, 291, 363.
Vaccari, Ilva. "Dalla parte della libertà: I Caduti modenesi nel periodo della Resistenza entro e fuori i confini della provincia. Forestieri e stranieri caduti in territorio modenese". Modena: Coop Estense, 1999. p. 408, 409.
Comune di Mirandola. “Ventennale della Resistenza: memorie della Resistenza mirandolese”. Mirandola: Tipografia Bozzoli, 1965.
ANPI di Mirandola. La Liberazione di Mirandola: documenti e precisazioni. Mirandola: Tipolito Golinelli, 1992.
Vaccari, Ilva. "Il tempo di decidere: documenti e testimonianze sui rapporti tra il clero e la Resistenza”. Modena: CIRSEC, 1968.
“Elenco di vittime modenesi nelle rappresaglie nemiche compiute entro e fuori il territorio della provincia dal 1 gennaio 1944 al 23 aprile 1945”, Estr. da: “Rassegna annuale dell’Istituto storico della Resistenza in Modena e provincia”, n. 3, 1962.
Barbieri, Giorgio; Pedroni, Piero. "Per non dimenticare. Lapidi, cippi, monumenti partigiani nella Bassa Pianura Modenese. Modena: Stampa Grafiche SIgem, 1997. pp. 22, 53.
Pagina web a cura dell’ANPI di Mirandola.
Vai al Link
Pagina web del portale "Pietre della memoria" relativa al cippo dedicato ai caduti del Caseficio Castagnetti.
Vai al Link
starbookbookmarkchevron-down