Giuseppe Zambelli: nato a Maranello (MO) il 1 gennaio 1924, figlio di Valentino e Maria Valenti,
residente a Castelfranco Emilia, renitente alla leva e partigiano. Negli anni dell’adolescenza la
povertà della famiglia lo costringe a trasferirsi a Milano in cerca di lavoro, ma nel 1943 la chiamata
alle armi del Regio Esercito gli impone un periodo di militanza nell’Italia meridionale. Dopo
l’armistizio rientra nel modenese e rifiuta la leva della Repubblica Sociale Italiana. La
documentazione dell’ANPI di Modena riconosce la sua militanza partigiana dal 20 maggio 1944. Le
fonti bibliografiche e documentarie non sono concordi sulla ricostruzione degli ultimi giorni della
sua vita: secondo la testimonianza di Alessandro Pirazzini, il 27 giugno 1944 si trova in ospedale e
viene prelevato dai tedeschi per vendicare un’aggressione subita da alcuni soldati nella zona di
Frassineti; secondo quanto riportato da Ilva Vaccari, Zambelli prende parte a uno scontro armato
nella medesima frazione pavullese e viene catturato dai nazisti. Benché la versione riferita da
Pirazzini appaia più probabile per le analogie con la sorte di Oreste Mezzacqui, il tratto che unisce
queste ricostruzioni è l’epilogo: il 27 giugno 1944 i tedeschi lo impiccano presso il ponte di
Frassineti.
Giuseppe Zambelli: nato a Maranello (MO) il 1 gennaio 1924, figlio di Valentino e Maria Valenti,
residente a Castelfranco Emilia, renitente alla leva e partigiano. Negli anni dell’adolescenza la
povertà della famiglia lo costringe a trasferirsi a Milano in cerca di lavoro, ma nel 1943 la chiamata
alle armi del Regio Esercito gli impone un periodo di militanza nell’Italia meridionale. Dopo
l’armistizio rientra nel modenese e rifiuta la leva della Repubblica Sociale Italiana. La
documentazione dell’ANPI di Modena riconosce la sua militanza partigiana dal 20 maggio 1944. Le
fonti bibliografiche e documentarie non sono concordi sulla ricostruzione degli ultimi giorni della
sua vita: secondo la testimonianza di Alessandro Pirazzini, il 27 giugno 1944 si trova in ospedale e
viene prelevato dai tedeschi per vendicare un’aggressione subita da alcuni soldati nella zona di
Frassineti; secondo quanto riportato da Ilva Vaccari, Zambelli prende parte a uno scontro armato
nella medesima frazione pavullese e viene catturato dai nazisti. Benché la versione riferita da
Pirazzini appaia più probabile per le analogie con la sorte di Oreste Mezzacqui, il tratto che unisce
queste ricostruzioni è l’epilogo: il 27 giugno 1944 i tedeschi lo impiccano presso il ponte di
Frassineti.
Barbieri, Pedroni; "Per non Dimenticare", Il Fiorino, 1995
Vaccari; "Dalla Parte della libertà"; Coop Estense; 1999