Barbato Zanoni

Concordia sulla Secchia
03/12/1896
Rovereto sulla Secchia di Novi di Modena
07/08/1944
Professione: Professore 
Ruolo: Partigiano
Status: Caduto
Nome di Battaglia: "Ezio"
Grado: [Nessuno]
Brigata: [GAP della 2^ Zona parte della 65a Brigata d'Assalto Garibaldi "Walter Tabacchi" (Futura 14^ Brigata d'Assalto "Remo")]

La storia

Residente a Concordia da una famiglia di antiche tradizioni socialiste, Barbato Zanoni sarà insegnante di materie scientifiche agli istituti medi superiori. Intellettuale profondamente antifascista, diventerà punto di riferimento per tantissimi studenti che inizieranno a maturare e a formare in maniera strutturata, sinceri sentimenti antifascisti grazie al suo operato. Aderito alle schiere partigiane dei GAP della 2^ Zona parte della 65a Brigata d'Assalto Garibaldi "Walter Tabacchi" fin dal principio dell'insurrezione, col nome di battaglia "Ezio", e collocandosi su posizioni vicine al Partito d'Azione, sarà costretto nel novembre del 1943 a fuggire dalla persecuzione fascista in Toscana a Pietrasanta di Lucca assieme a Roberto Serracchioli, in seguito alla caccia agli antifascisti conseguente all'esposizione di un quadro di Matteotti al parco della Rimembranza in occasione della fiera locale, nell'ottobre del '43. Rientrato nella Bassa Modenese nel 1944, sarà attivo promotore di ideali antifascisti, agendo negli interessi del movimento di resistenza, fino al giorno del suo martirio, avvenuto per rappresaglia. Agli inizi di agosto, infatti, in seguito all'eliminazione di Arturo Bartoli, violento squadrista locale, da parte dei partigiani, le unità nazifasciste decidono di prelevare diversi noti antifascisti per compiere una violenta rappresaglia. I nove scelti, ovvero il professor Roberto Serracchioli, il professor Barbato Zanoni, il professor Alfredo Braghiroli, Il Dottor Francesco Maxia, Aldo Garusi, Jonas Golinelli, Canzio Zoldi, Luigi e il figlio Silvio Manfredini, saranno portati il tra il 3 e il 5 agosto presso le caserme della milizia e dei carabinieri di Mirandola, per essere torturati e in seguito trasportati con una corriera presso Rovereto sul Secchia, in prossimità della Chiesa locale. Arrestata la marcia all'improvviso i prigionieri, ormai coscienti della loro sorte iniziano a protestare contro i barbari carcerieri fascisti. Il primo a cadere sarà il Dott. Maxia colpito da una raffica. Decisi a concludere il lavoro, i fascisti impartiranno l'ordine di fucilazione sui restanti 8, i cui cadaveri verranno lasciati a minaccia e monito all'esposizione della cittadinanza. Di questi solo Garusi, sopravvissuto ma gravemente ferito, riuscirà a salvarsi in seguito all'allontanamento delle truppe nazifasciste, riuscendo a raggiungere l'ospedale di Mirandola, dove morira nel giro di 15 giorni. La rappresaglia di Rovereto viene tutt'ora ricordata come la “Strage degli Intellettuali” poiché sei degli uccisi erano uomini di cultura, laureati, conosciuti per il loro impegno e le loro attività sociali.
Residente a Concordia da una famiglia di antiche tradizioni socialiste, Barbato Zanoni sarà insegnante di materie scientifiche agli istituti medi superiori. Intellettuale profondamente antifascista, diventerà punto di riferimento per tantissimi studenti che inizieranno a maturare e a formare in maniera strutturata, sinceri sentimenti antifascisti grazie al suo operato. Aderito alle schiere partigiane dei GAP della 2^ Zona parte della 65a Brigata d'Assalto Garibaldi "Walter Tabacchi" fin dal principio dell'insurrezione, col nome di battaglia "Ezio", e collocandosi su posizioni vicine al Partito d'Azione, sarà costretto nel novembre del 1943 a fuggire dalla persecuzione fascista in Toscana a Pietrasanta di Lucca assieme a Roberto Serracchioli, in seguito alla caccia agli antifascisti conseguente all'esposizione di un quadro di Matteotti al parco della Rimembranza in occasione della fiera locale, nell'ottobre del '43. Rientrato nella Bassa Modenese nel 1944, sarà attivo promotore di ideali antifascisti, agendo negli interessi del movimento di resistenza, fino al giorno del suo martirio, avvenuto per rappresaglia. Agli inizi di agosto, infatti, in seguito all'eliminazione di Arturo Bartoli, violento squadrista locale, da parte dei partigiani, le unità nazifasciste decidono di prelevare diversi noti antifascisti per compiere una violenta rappresaglia. I nove scelti, ovvero il professor Roberto Serracchioli, il professor Barbato Zanoni, il professor Alfredo Braghiroli, Il Dottor Francesco Maxia, Aldo Garusi, Jonas Golinelli, Canzio Zoldi, Luigi e il figlio Silvio Manfredini, saranno portati il tra il 3 e il 5 agosto presso le caserme della milizia e dei carabinieri di Mirandola, per essere torturati e in seguito trasportati con una corriera presso Rovereto sul Secchia, in prossimità della Chiesa locale. Arrestata la marcia all'improvviso i prigionieri, ormai coscienti della loro sorte iniziano a protestare contro i barbari carcerieri fascisti. Il primo a cadere sarà il Dott. Maxia colpito da una raffica. Decisi a concludere il lavoro, i fascisti impartiranno l'ordine di fucilazione sui restanti 8, i cui cadaveri verranno lasciati a minaccia e monito all'esposizione della cittadinanza. Di questi solo Garusi, sopravvissuto ma gravemente ferito, riuscirà a salvarsi in seguito all'allontanamento delle truppe nazifasciste, riuscendo a raggiungere l'ospedale di Mirandola, dove morira nel giro di 15 giorni. La rappresaglia di Rovereto viene tutt'ora ricordata come la “Strage degli Intellettuali” poiché sei degli uccisi erano uomini di cultura, laureati, conosciuti per il loro impegno e le loro attività sociali.
Canova, Franco; Gelmini, Oreste; Mattioli, Amilcare. “Lotta di liberazione nella bassa modenese”. Modena: ANPI di Modena, 1975. p. 30, 47, 53, 69, 77, 78, 86, 182, 186, 363.
Vaccari, Ilva. "Dalla parte della libertà: I Caduti modenesi nel periodo della Resistenza entro e fuori i confini della provincia. Forestieri e stranieri caduti in territorio modenese". Modena: Coop Estense, 1999. pp. 534, 535.
Pedrazzi, Adamo. “Cronaca dell’occupazione nazi-fascista di Modena (MCMXLVIII-MCMXLV)”, parte del Fondo Pedrazzi, conservato presso l’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea di Modena.
“Elenco di vittime modenesi nelle rappresaglie nemiche compiute entro e fuori il territorio della provincia dal 1 gennaio 1944 al 23 aprile 1945”, Estr. da: “Rassegna annuale dell’Istituto storico della Resistenza in Modena e provincia”, n. 3, 1962.
Barbieri, Alberto. “Repertorio bio-bibliografico dei modenesi illustri”, in “Modena: vicende e protagonisti”. Bologna: Edizioni Edison, 1971, vol. III, p. 376.
Gorrieri, Ermanno. “La Repubblica di Montefiorino: per una storia della Resistenza in Emilia”. Bologna: Il Mulino, 1991. p.316.
Gorrieri, Franca. “La Resistenza nella Bassa modenese: da iniziativa di minoranze attive a movimento popolare di massa: 1943-1944”. Modena: TEIC, 1973. p.22, 110,
Pacor, Mario; Casali, Luciano. "Lotte sociali e guerriglia in pianura: la Resistenza a Carpi, Soliera, Novi, Campogalliano". Roma: Editori Riuniti, 1972. p.211, 366.
Casali, Luciano. “Storia della Resistenza a Modena”. Modena: ANPI, 1980. p. 227
Maria Lea Cavarra. Quando si dice staffetta.... Modena: ANPI Modena, 1982. pp. 35.
Guicciardi A. Il carcere e la parola - Dal diario inedito di Barbato Zanoni in ISRM 1985
Pagina web a cura dell’ANPI di Mirandola.
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Pagina web del portale "Pietre della memoria" relativa al cippo dedicato alla "Strage degli Intellettuali".
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Pagina web dell'Atlante delle stragi nazifasciste riguardante l'episodio della "Strage degli Intellettuali".
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Elenco nominativo dei partigiani della provincia di Modena, curato dal Dipartimento di Discipline storiche, antropologiche e geografiche dell'Università di Bologna.
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Canova, Franco; Gelmini, Oreste; Mattioli, Amilcare. “Lotta di liberazione nella bassa modenese”. Modena: ANPI di Modena, 1975. p. 30, 47, 53, 69, 77, 78, 86, 182, 186, 363.
Vaccari, Ilva. "Dalla parte della libertà: I Caduti modenesi nel periodo della Resistenza entro e fuori i confini della provincia. Forestieri e stranieri caduti in territorio modenese". Modena: Coop Estense, 1999. pp. 534, 535.
Pedrazzi, Adamo. “Cronaca dell’occupazione nazi-fascista di Modena (MCMXLVIII-MCMXLV)”, parte del Fondo Pedrazzi, conservato presso l’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea di Modena.
“Elenco di vittime modenesi nelle rappresaglie nemiche compiute entro e fuori il territorio della provincia dal 1 gennaio 1944 al 23 aprile 1945”, Estr. da: “Rassegna annuale dell’Istituto storico della Resistenza in Modena e provincia”, n. 3, 1962.
Barbieri, Alberto. “Repertorio bio-bibliografico dei modenesi illustri”, in “Modena: vicende e protagonisti”. Bologna: Edizioni Edison, 1971, vol. III, p. 376.
Gorrieri, Ermanno. “La Repubblica di Montefiorino: per una storia della Resistenza in Emilia”. Bologna: Il Mulino, 1991. p.316.
Gorrieri, Franca. “La Resistenza nella Bassa modenese: da iniziativa di minoranze attive a movimento popolare di massa: 1943-1944”. Modena: TEIC, 1973. p.22, 110,
Pacor, Mario; Casali, Luciano. "Lotte sociali e guerriglia in pianura: la Resistenza a Carpi, Soliera, Novi, Campogalliano". Roma: Editori Riuniti, 1972. p.211, 366.
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Guicciardi A. Il carcere e la parola - Dal diario inedito di Barbato Zanoni in ISRM 1985
Pagina web a cura dell’ANPI di Mirandola.
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Pagina web del portale "Pietre della memoria" relativa al cippo dedicato alla "Strage degli Intellettuali".
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Pagina web dell'Atlante delle stragi nazifasciste riguardante l'episodio della "Strage degli Intellettuali".
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Elenco nominativo dei partigiani della provincia di Modena, curato dal Dipartimento di Discipline storiche, antropologiche e geografiche dell'Università di Bologna.
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