Nato a Mirandola e residente a Cavezzo, dove si trasferirà, Renzo Dotti, di professione meccanico, sarà membro del Distaccamento GAP "Bruni" della 65a Brigata d'Assalto Garibaldi "Walter Tabacchi" (Futura 14^ Brigata d'Assalto "Remo"). Membro dei Gap operanti a San Giacomo Roncole, aderirà alle schiere partigiane a partire dal 1 Gennaio 1944, fino al giorno del suo tragico martitrio, avvenuto a San Giacomo Roncole al caseificio Castagnetti, nel tentativo di recuperare alimenti per le famiglie più bisognose. Recatosi nel Caseificio assime a Renzo Fregni, Felicino Raimondi e i fratelli Enzo ed Ermete Benatti, per concordare la distribuzione delle provviste e per convincere il proprietario a non cedere la produzione in mano ai tedeschi, i partigiani scoprirono di essere caduti in un'imboscata. L'edificio sarà quindi accerchiato dalle truppe nazifasciste che intimeranno la resa ai patrioti. I partigiani ingaggeranno una strenua e vana resistenza all'interno dell'edificio. Il primo a cadere sarà Renzo Fregni, leader del gruppo, nel tentativo di trovare una via di fuga per i compagni tutti. Vista l'impossibilità di continuare lo scontro e decisi a non consegnarsi vivi alle truppe nemiche, i 4 combattenti decisero di compiere uno stoico martirio ponendo fine alle loro vite. Renzo Dotti, riunitosi in cerchio con Ermete Benatti e Felicino Raimondi, abbracciati, decisero di togliere la sicura e far saltare in mezzo a loro l'ultima bomba a mano che era rimasta, ponendo fine così alle loro vite e lasciando i loro corpi straziati. Nel dopoguerra gli fu concessa una Medaglia di Bronzo al Valor Milirare alla memoria con seguente motivazione: “Attivissimo Partigiano, animato da nobili sentimenti patriottici, sceglieva volontariamente la difficile lotta da condursi in zona occupata dal nemico.Dopo ore di lotta esaurite le munizioni, piuttosto che cadere nelle mani del nemico riservava a sé l'ultima bomba ed unendosi ad altri due compagni la faceva esplodere rimanendo orribilmente straziato. Esempio altissimo di ardimento, di ferrea volontà, di spirito di sacrificio spinto fino al limite estremo. Mirandola, 27 febbraio 1945”.
Nel dopoguerra verrà proposta per lui anche la Medaglia d'oro, ma il ministero competente non ha mai dato risposte a tale proposta.
Nato a Mirandola e residente a Cavezzo, dove si trasferirà, Renzo Dotti, di professione meccanico, sarà membro del Distaccamento GAP "Bruni" della 65a Brigata d'Assalto Garibaldi "Walter Tabacchi" (Futura 14^ Brigata d'Assalto "Remo"). Membro dei Gap operanti a San Giacomo Roncole, aderirà alle schiere partigiane a partire dal 1 Gennaio 1944, fino al giorno del suo tragico martitrio, avvenuto a San Giacomo Roncole al caseificio Castagnetti, nel tentativo di recuperare alimenti per le famiglie più bisognose. Recatosi nel Caseificio assime a Renzo Fregni, Felicino Raimondi e i fratelli Enzo ed Ermete Benatti, per concordare la distribuzione delle provviste e per convincere il proprietario a non cedere la produzione in mano ai tedeschi, i partigiani scoprirono di essere caduti in un'imboscata. L'edificio sarà quindi accerchiato dalle truppe nazifasciste che intimeranno la resa ai patrioti. I partigiani ingaggeranno una strenua e vana resistenza all'interno dell'edificio. Il primo a cadere sarà Renzo Fregni, leader del gruppo, nel tentativo di trovare una via di fuga per i compagni tutti. Vista l'impossibilità di continuare lo scontro e decisi a non consegnarsi vivi alle truppe nemiche, i 4 combattenti decisero di compiere uno stoico martirio ponendo fine alle loro vite. Renzo Dotti, riunitosi in cerchio con Ermete Benatti e Felicino Raimondi, abbracciati, decisero di togliere la sicura e far saltare in mezzo a loro l'ultima bomba a mano che era rimasta, ponendo fine così alle loro vite e lasciando i loro corpi straziati. Nel dopoguerra gli fu concessa una Medaglia di Bronzo al Valor Milirare alla memoria con seguente motivazione: “Attivissimo Partigiano, animato da nobili sentimenti patriottici, sceglieva volontariamente la difficile lotta da condursi in zona occupata dal nemico.Dopo ore di lotta esaurite le munizioni, piuttosto che cadere nelle mani del nemico riservava a sé l'ultima bomba ed unendosi ad altri due compagni la faceva esplodere rimanendo orribilmente straziato. Esempio altissimo di ardimento, di ferrea volontà, di spirito di sacrificio spinto fino al limite estremo. Mirandola, 27 febbraio 1945”.
Nel dopoguerra verrà proposta per lui anche la Medaglia d'oro, ma il ministero competente non ha mai dato risposte a tale proposta.
Canova, Franco; Gelmini, Oreste; Mattioli, Amilcare. “Lotta di liberazione nella bassa modenese”. Modena: ANPI di Modena, 1975. pp. 290, 291, 363.
Vaccari, Ilva. "Dalla parte della libertà: I Caduti modenesi nel periodo della Resistenza entro e fuori i confini della provincia. Forestieri e stranieri caduti in territorio modenese". Modena: Coop Estense, 1999. p. 187, 188.
Comune di Mirandola. “Ventennale della Resistenza: memorie della Resistenza mirandolese”. Mirandola: Tipografia Bozzoli, 1965.
ANPI di Mirandola. La Liberazione di Mirandola: documenti e precisazioni. Mirandola: Tipolito Golinelli, 1992.
Vaccari, Ilva. "Il tempo di decidere: documenti e testimonianze sui rapporti tra il clero e la Resistenza”. Modena: CIRSEC, 1968.
“Elenco di vittime modenesi nelle rappresaglie nemiche compiute entro e fuori il territorio della provincia dal 1 gennaio 1944 al 23 aprile 1945”, Estr. da: “Rassegna annuale dell’Istituto storico della Resistenza in Modena e provincia”, n. 3, 1962.
Gavello-Quarantoli-Tramuschio celebrazioni del cinquantesimo della resistenza e della guerra di Liberazione. Quarantoli: Baraldini-Finale Emilia, 1995.
Barbieri, Giorgio; Pedroni, Piero. "Per non dimenticare. Lapidi, cippi, monumenti partigiani nella Bassa Pianura Modenese. Modena: Stampa Grafiche SIgem, 1997. pp. 17, 53.
Elenco nominativo dei partigiani della provincia di Modena, curato dal Dipartimento di Discipline storiche, antropologiche e geografiche dell'Università di Bologna.
Canova, Franco; Gelmini, Oreste; Mattioli, Amilcare. “Lotta di liberazione nella bassa modenese”. Modena: ANPI di Modena, 1975. pp. 290, 291, 363.
Vaccari, Ilva. "Dalla parte della libertà: I Caduti modenesi nel periodo della Resistenza entro e fuori i confini della provincia. Forestieri e stranieri caduti in territorio modenese". Modena: Coop Estense, 1999. p. 187, 188.
Comune di Mirandola. “Ventennale della Resistenza: memorie della Resistenza mirandolese”. Mirandola: Tipografia Bozzoli, 1965.
ANPI di Mirandola. La Liberazione di Mirandola: documenti e precisazioni. Mirandola: Tipolito Golinelli, 1992.
Vaccari, Ilva. "Il tempo di decidere: documenti e testimonianze sui rapporti tra il clero e la Resistenza”. Modena: CIRSEC, 1968.
“Elenco di vittime modenesi nelle rappresaglie nemiche compiute entro e fuori il territorio della provincia dal 1 gennaio 1944 al 23 aprile 1945”, Estr. da: “Rassegna annuale dell’Istituto storico della Resistenza in Modena e provincia”, n. 3, 1962.
Gavello-Quarantoli-Tramuschio celebrazioni del cinquantesimo della resistenza e della guerra di Liberazione. Quarantoli: Baraldini-Finale Emilia, 1995.
Barbieri, Giorgio; Pedroni, Piero. "Per non dimenticare. Lapidi, cippi, monumenti partigiani nella Bassa Pianura Modenese. Modena: Stampa Grafiche SIgem, 1997. pp. 17, 53.
Elenco nominativo dei partigiani della provincia di Modena, curato dal Dipartimento di Discipline storiche, antropologiche e geografiche dell'Università di Bologna.