Renzo Fregni

Mirandola
23/09/1920
San Giacomo Roncole di Mirandola
27/02/1945
Professione: Verniciatore 
Ruolo: Partigiano
Status: Caduto
Grado: [Nessuno]
Brigata: [Distaccamento GAP "Bruni" della 65a Brigata d'Assalto Garibaldi "Walter Tabacchi" (Futura 14^ Brigata d'Assalto "Remo")]
Decorazioni: Medaglia di Bronzo al Valor Militare

La storia

Nato a Mirandola e residente in San Giacomo Roncole, dove lavorava come verniciatore, Renzo Fregni sarà membro del Distaccamento GAP "Bruni" della 65a Brigata d'Assalto Garibaldi "Walter Tabacchi" (Futura 14^ Brigata d'Assalto "Remo"). Membro del gruppo GAP operante a San Giacomo Roncole, aderirà alle schiere partigiane a partire dal 17 settembre 1943, dimostrando le sue doti, e ricoprendo ruoli di comando, fino al giorno del suo tragico martitrio, avvenuto a San Giacomo Roncole al caseificio Castagnetti, nel tentativo di recuperare alimenti per le famiglie più bisognose. Recatosi nel Caseificio assime a Felicino Raimondi, Renzo Dotti e i fratelli Enzo ed Ermete Benatti, per concordare la distribuzione delle provviste e per convincere il proprietario a non cedere la produzione in mano ai tedeschi, i partigiano scoprirono di essere caduti in un'imboscata. L'edificio sarà quindi accerchiato dalle truppe nazifasciste che intimeranno la resa ai patrioti. I partigiani ingaggeranno una strenua e vana resistenza all'interno dell'edificio. Il primo a cadere sarà proprio Renzo Fregni, che, nel tentativo di trovare una via di fuga per i compagni tutti, individuata nella finestra del piano superiore, veniva falciato da una scarica di mitragliatrice tedesca. Sul suo corpo verrà ritrovata, macchiata del suo stesso sangue, la lista di famiglie a cui portare le provviste, massimo esempio di sacrificio per gli ultimi della terra. Nel dopoguerra gli fu concessa una Medaglia di Bronzo al Valr Milirare alla memoria, con seguente motivazione: "Coraggioso Partigiano, animato da nobili sentimenti patriottici,sceglieva volontariamente la difficile lotta in zona occupata dal nemico. Mentre si trovava in un cascinale accerchiato con il suo gruppo da preponderanti forze tedesche appoggiate da mezzi blindati, respingeva la intimazione di resa e impegnava furioso combattimento. Dopo ore di lotta, esaurite le munizioni, con la sola pistola in pugno con coraggio indomito tentava la sortita da una finestra del piano superiore venendo fulminato da una raffica di mitragliatrice. Esempio altissimo di ardimento,di ferrea volontà, di spirito di sacrificio spinto sino al limite estremo. Mirandola, 27 febbraio 1945”. Nel dopoguerra verrà proposta per lui anche la Medaglia d'oro, ma il ministero competente non ha mai dato risposte a tale proposta.
Nato a Mirandola e residente in San Giacomo Roncole, dove lavorava come verniciatore, Renzo Fregni sarà membro del Distaccamento GAP "Bruni" della 65a Brigata d'Assalto Garibaldi "Walter Tabacchi" (Futura 14^ Brigata d'Assalto "Remo"). Membro del gruppo GAP operante a San Giacomo Roncole, aderirà alle schiere partigiane a partire dal 17 settembre 1943, dimostrando le sue doti, e ricoprendo ruoli di comando, fino al giorno del suo tragico martitrio, avvenuto a San Giacomo Roncole al caseificio Castagnetti, nel tentativo di recuperare alimenti per le famiglie più bisognose. Recatosi nel Caseificio assime a Felicino Raimondi, Renzo Dotti e i fratelli Enzo ed Ermete Benatti, per concordare la distribuzione delle provviste e per convincere il proprietario a non cedere la produzione in mano ai tedeschi, i partigiano scoprirono di essere caduti in un'imboscata. L'edificio sarà quindi accerchiato dalle truppe nazifasciste che intimeranno la resa ai patrioti. I partigiani ingaggeranno una strenua e vana resistenza all'interno dell'edificio. Il primo a cadere sarà proprio Renzo Fregni, che, nel tentativo di trovare una via di fuga per i compagni tutti, individuata nella finestra del piano superiore, veniva falciato da una scarica di mitragliatrice tedesca. Sul suo corpo verrà ritrovata, macchiata del suo stesso sangue, la lista di famiglie a cui portare le provviste, massimo esempio di sacrificio per gli ultimi della terra. Nel dopoguerra gli fu concessa una Medaglia di Bronzo al Valr Milirare alla memoria, con seguente motivazione: "Coraggioso Partigiano, animato da nobili sentimenti patriottici,sceglieva volontariamente la difficile lotta in zona occupata dal nemico. Mentre si trovava in un cascinale accerchiato con il suo gruppo da preponderanti forze tedesche appoggiate da mezzi blindati, respingeva la intimazione di resa e impegnava furioso combattimento. Dopo ore di lotta, esaurite le munizioni, con la sola pistola in pugno con coraggio indomito tentava la sortita da una finestra del piano superiore venendo fulminato da una raffica di mitragliatrice. Esempio altissimo di ardimento,di ferrea volontà, di spirito di sacrificio spinto sino al limite estremo. Mirandola, 27 febbraio 1945”. Nel dopoguerra verrà proposta per lui anche la Medaglia d'oro, ma il ministero competente non ha mai dato risposte a tale proposta.
Canova, Franco; Gelmini, Oreste; Mattioli, Amilcare. “Lotta di liberazione nella bassa modenese”. Modena: ANPI di Modena, 1975. pp. 243, 290, 291, 363, 370.
Vaccari, Ilva. "Dalla parte della libertà: I Caduti modenesi nel periodo della Resistenza entro e fuori i confini della provincia. Forestieri e stranieri caduti in territorio modenese". Modena: Coop Estense, 1999. p. 218.
Comune di Mirandola. “Ventennale della Resistenza: memorie della Resistenza mirandolese”. Mirandola: Tipografia Bozzoli, 1965.
ANPI di Mirandola. La Liberazione di Mirandola: documenti e precisazioni. Mirandola: Tipolito Golinelli, 1992.
“Elenco di vittime modenesi nelle rappresaglie nemiche compiute entro e fuori il territorio della provincia dal 1 gennaio 1944 al 23 aprile 1945”, Estr. da: “Rassegna annuale dell’Istituto storico della Resistenza in Modena e provincia”, n. 3, 1962.
Silingardi, Giancarlo. “I giorni del fascismo e dell'antifascismo: cronache modenesi dal 1918 al 1945”. Modena: TEIC, 1979.
Barbieri, Giorgio; Pedroni, Piero. "Per non dimenticare. Lapidi, cippi, monumenti partigiani nella Bassa Pianura Modenese. Modena: Stampa Grafiche SIgem, 1997. pp. 18, 53.
Pagina web a cura dell’ANPI di Mirandola.
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Pagina web del portale "Pietre della memoria" relativa al cippo dedicato ai caduti del Caseficio Castagnetti.
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Elenco nominativo dei partigiani della provincia di Modena, curato dal Dipartimento di Discipline storiche, antropologiche e geografiche dell'Università di Bologna.
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Canova, Franco; Gelmini, Oreste; Mattioli, Amilcare. “Lotta di liberazione nella bassa modenese”. Modena: ANPI di Modena, 1975. pp. 243, 290, 291, 363, 370.
Vaccari, Ilva. "Dalla parte della libertà: I Caduti modenesi nel periodo della Resistenza entro e fuori i confini della provincia. Forestieri e stranieri caduti in territorio modenese". Modena: Coop Estense, 1999. p. 218.
Comune di Mirandola. “Ventennale della Resistenza: memorie della Resistenza mirandolese”. Mirandola: Tipografia Bozzoli, 1965.
ANPI di Mirandola. La Liberazione di Mirandola: documenti e precisazioni. Mirandola: Tipolito Golinelli, 1992.
“Elenco di vittime modenesi nelle rappresaglie nemiche compiute entro e fuori il territorio della provincia dal 1 gennaio 1944 al 23 aprile 1945”, Estr. da: “Rassegna annuale dell’Istituto storico della Resistenza in Modena e provincia”, n. 3, 1962.
Silingardi, Giancarlo. “I giorni del fascismo e dell'antifascismo: cronache modenesi dal 1918 al 1945”. Modena: TEIC, 1979.
Barbieri, Giorgio; Pedroni, Piero. "Per non dimenticare. Lapidi, cippi, monumenti partigiani nella Bassa Pianura Modenese. Modena: Stampa Grafiche SIgem, 1997. pp. 18, 53.
Pagina web a cura dell’ANPI di Mirandola.
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Pagina web del portale "Pietre della memoria" relativa al cippo dedicato ai caduti del Caseficio Castagnetti.
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Elenco nominativo dei partigiani della provincia di Modena, curato dal Dipartimento di Discipline storiche, antropologiche e geografiche dell'Università di Bologna.
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