Residente a Nonantola in via Redù, dopo l’armistizio si avvicina alla Resistenza, ma nel 1944 viene imprigionato per pochi mesi, uscendo con l’accettazione dell’arruolamento fascista. Diserta e si ricollega alla sua brigata, con il riconoscimento ufficiale di partigiano dall’agosto. Partecipa a molte azioni dinamitarde contro depositi di armi e automezzi. In seguito ad una vastissima retata, viene arrestato il 2 marzo e fucilato il 9 marzo 1945 dalle brigate nere al comando di Ascanio Boni, con altri 9 partigiani, sul ponte di Navicello, sul Panaro, per rappresaglia per la per la scomparsa di soldati tedeschi.
Residente a Nonantola in via Redù, dopo l’armistizio si avvicina alla Resistenza, ma nel 1944 viene imprigionato per pochi mesi, uscendo con l’accettazione dell’arruolamento fascista. Diserta e si ricollega alla sua brigata, con il riconoscimento ufficiale di partigiano dall’agosto. Partecipa a molte azioni dinamitarde contro depositi di armi e automezzi. In seguito ad una vastissima retata, viene arrestato il 2 marzo e fucilato il 9 marzo 1945 dalle brigate nere al comando di Ascanio Boni, con altri 9 partigiani, sul ponte di Navicello, sul Panaro, per rappresaglia per la per la scomparsa di soldati tedeschi.
G. Barbieri, P. Pedroni; "Per non Dimenticare", Il Fiorino, 1995
I. Vaccari; "Dalla Parte della libertà"; Coop Estense; 1999
O. Nuzzi; "Le pietre raccontano", Parma, Edizioni Edicta, 2007