Nato a Castelfranco il 15 luglio 1917 e residente a Manzolino come mugnaio con il resto della famiglia. Per salvare dalle ritorsioni il padre in caso di figli renitenti alle leve fasciste, Silvio in un primo tempo fu costretto ad aderire alla polizia ausiliaria fascista come i fratelli. Ma presto disertò con altri 14 agenti suoi commilitoni e, munito di una lettera del CLN di Modena, si presentò ad un comando partigiano per arruolarsi nella resistenza armata di montagna. Ma il comandante della zona, sia per ingiustificati sospetti che per la sua indole violenta, con atto personale ed arbitrario (che poi gli venne fra l'altro addebitato in un processo partigiano che lo condannò a morte), il 15 giugno 1944 fece sopprimere tutti questi giovani a Montemolino. Tutti, e quindi anche Silvio, vennero riconosciuti partigiani della brigata Comando della divisione Modena Montagna.