Abitava in via Due Canali con moglie e due figli maschi. Alto e praticante più attività sportive. Nel bombardamento alleato del 14 febbraio 1944 resta ucciso il figlio più piccolo di 8 mesi e la sua casa è distrutta. Sfollato alla Bertola (Formigine) entra in contatto con il Nucleo Autonomo partigiano organizzato dal GAP1 della Brigata “W. Tabacchi” e viene poi nominato comandante del Distaccamento della Bertola. Impegnato inizialmente in attività di sabotaggio, partecipa poi ad azioni armate con imboscate alle colonne tedesche in transito sulla Strada Statale del Canaletto. Viene catturato a casa dai tedeschi, a seguito di rivelazioni fatte da un partigiano sotto tortura, e condotto alle carceri dell’Accademia Militare e da qui prelevato per essere fucilato a Fiorano per rappresaglia.